
Il concerto di Oviedo è stato veramente speciale e abbiamo avuto tanta fortuna, perché tutto è andato benissimo, dal montaggio tecnico, al pubblico, al meteo... C’erano diverse migliaia di persone, che hanno acclamato le nuove canzoni.
Il check sound è stato fin troppo veloce per uno spettacolo tanto complesso: non è sorto nessun problema, quindi non son nate ansie maggiori di quelle necessarie per salire sul palco con la giusta dose di adrenalina e concentrazione.
Alle 21:34 di sabato 15 agosto 2007, il tendone si apriva, sprigionando in sottofondo l’introduzione cantata da nonno Velasco. Io cercavo di immaginare mia madre, in mezzo al pubblico, che sempre si emoziona quando sente la voce di suo padre uscire dalla stessa fonte da cui viene fuori la musica di suo figlio. Tutto ciò è davvero speciale per noi.
Una volta sul palco, siamo partiti da Albo, la prima traccia del disco: un quartetto d’archi ci accompagnava, e Ramón Prada (compositore di Sobrepena, Torques e Taranus – da Obsessión), è rimasto alla tastiera per tutto il concerto. Quello che mi ha impressionato maggiormente è stato vedere la quantità di pubblico che c’era: solitamente non riesco a guardare il pubblico quando sto sul palco, ma ad un certo punto ho alzato lo sguardo e ho visto che la gente, oltre alla piazza, aveva riempito persino la strada di fronte.
Abbiamo proseguito con Fandangu los LLobos e Carretera d’Avilés (dal secondo e terzo album), durante il quale siamo stati accompagnati dal Coro Minero de Turón: era emozionante sentire le loro voci alle spalle. Hanno seguito Albandi (da Obsessión), suonata insieme al quartetto d’archi, e Pericote. Alla gente è piaciuta molto questa combinazione caratterizzata dalla presenza del coro, i cui componenti sono vestiti da minatori, con le tute da lavoro e i loro caschi con le lampade accese.
Abbiamo proseguito con Fandangu los LLobos e Carretera d’Avilés (dal secondo e terzo album), durante il quale siamo stati accompagnati dal Coro Minero de Turón: era emozionante sentire le loro voci alle spalle. Hanno seguito Albandi (da Obsessión), suonata insieme al quartetto d’archi, e Pericote. Alla gente è piaciuta molto questa combinazione caratterizzata dalla presenza del coro, i cui componenti sono vestiti da minatori, con le tute da lavoro e i loro caschi con le lampade accese.
Poi è stato il momento di Vueltes e Carrandi, interpretato dal gruppo galiziano di voci femminili “Faltriqueira” che ha partecipato alla registrazione del nuovo album. Hanno una voce impressionante che si intona alla perfezione. The Morning Star e Keltronic (da Obsessión) hanno finito di coinvolgere il pubblico; in queste due melodie siamo stati accompagnati da Judit, incredibile violinista di istruzione irlandese, che ha scosso il pubblico.
Lluz de Domingu, il tema centrale del film del vincitore di un oscar José Luis Garci, composta da José Ángel ha affascinato la gente. In tutte queste canzoni era presente il quartetto d’archi, così come in Busindre Reel, che non poteva mancare ed è stata inoltre accompagnata da una sezione della Banda de Gaites di Candás. Dopo Los Mártires de Rales, le gente non riusciva a smettere di ballare.
Dopo il mio assolo, Hevia ha presentato la band. Gli applausi ci hanno indotto a restare direttamente sul palco per i bis. Il pubblico ha ballato con Barganaz, Baños de Budapest (accompagnata dalle cornamuse di Candás) e La Marcha del Dos de Mayo.
Abbiamo salutato degli spettatori entusiasti: le loro vibrazioni ci hanno profondamente emozionato. Tutto è andato per il meglio, e l’ora e quaranta che abbiamo passato sul palco è letteralmente volata, sia per noi che per il pubblico.